‘Giornata dei Demidov’ a Milano. Alla memoria di contessa Aurora Pavlovna Demidova-San Donato.
Il 2 aprile scorso, il “sabato dei genitori”, quando secondo l’uso della Chiesa Ortodossa si commemoravano i parenti defunti, nella nostra parrocchia si è onorata la memoria di una delle dinastie russe più famose, la famiglia Demidov, e la nostra Chiesa è diventata un luogo per un incontro storico dei discendenti di questa famiglia.
L’idea dell’organizzazione di questo evento appartiene al noto storico e studioso della diaspora russa all’estero, Mikhail Grigorievich Talalay, membro dell’Istituto di Storia Mondiale dell’Accademia Russa delle Scienze, che ha partecipato con noi in questa “Giornata dei Demidov”.
Questo sabato, per la prima volta, al Cimitero Monumentale di Milano, si è tenuta una funzione commemorativa presso la tomba della contessa Aurora Pavlovna Demidova-San Donato (2 novembre 1873, Kiev – 2 giugno 1904, Torino), pensiamo sia la nostra connazionale più eminente tra i sepolti a Milano.
Al servizio funebre, celebrato da padre Siluan, hanno partecipato due pronipoti della contessa: Alexandre Tissot Demidoff, arrivato per questo evento dalla Svizzera, e il conte Luigi Noghera con sua moglie Sonia (i suoi genitori le hanno dato un nome russo), giunti all’incontro da Parma. È interessante notare che in questo giorno questi due cugini di secondo grado, discendenti dei Demidov, si sono incontrati di persona per la prima volta nella loro vita: è così che si unisce le persone la memoria dei parenti defunti. I nostri parrocchiani, insieme agli ospiti, giornalisti e rappresentanti della diaspora russa a Milano, per la prima volta hanno pregato per la contessa ortodossa.
Dopo la funzione siamo giunti al refettorio della nostra chiesa, dove, dopo un momento di ristoro, Alexandre Tissot Demidoff, ha preparato per noi una bella presentazione dedicata alla memoria della sua bisnonna, con illustrazioni e materiale fotografico, compresi rari documenti d’archivio.
Il pronipote Alexandre si stava preparando a questo evento da molto tempo, attraverso una ricerca negli archivi di lettere personali, di documenti e di fotografie rare, legate ad Aurora Pavlovna. Molte di queste informazioni erano nuove anche per il fratello Luigi.
Di interesse storico, anche per noi, sarebbe quello di elencare alcuni fatti della vita di Aurora Pavlovna Demidova-San Donato, perché questo rappresenta la genesi, tramite la storia documentata, della nostra diaspora.
Da premettere che la breve vita di questa erede della grande famiglia dei Demidov, proprietaria dei grandi impianti metallurgici russi degli Urali e famosa per le sue ricchezze, non è stata né facile, né spensierata o priva di problemi, come farebbe pensare l’ingente patrimonio.
Avrora Pavlovna era la figlia di Pavel Pavlovich Demidov, 2° principe di San Donato, sindaco di Kiev negli anni ’70 dell’Ottocento, e della sua seconda moglie, la principessa Elena Petrovna Trubetskoy (figlia del principe Peter Nikitich Trubetskoy e della principessa Elizaveta Esperovna Beloselskaya-Belozerskaya). Lei prende il nome dalla nonna paterna, la filantropa svedese-finlandese Aurora Shernval, vedova di Karamzin, sposata con Pavel Nikolaevich Demidov.
Dopo la morte del suo padre, in giovane età, rimase senza le cure di entrambi i genitori è crebbe nella tenuta di Pratolino, in Italia, vicino a Firenze.
Fin da giovane Aurora dimostrò un carattere energico ed esuberante, pur mostrandosi con gli altri persona gentile e comprensiva.
Su insistenza della famiglia dell’imperatore russo Alessandro II, lei ebbe un matrimonio precoce con il futuro erede della dinastia reale serba, il principe Arsen Karageorgievich, cerimonia avvenuta in San Pietroburgo il 1 maggio 1892. Purtroppo, fin dall’inizio questa unione espresse la devastante infelicità, ed è durata solo circa un anno.
A detta del pronipote, Alexandre Tissot Demidoff, era difficile immaginare una unione felice tra questi due personaggi per una incompatibilità di caratteri incolmabile. L’unione si concluse ufficialmente con lo scioglimento del matrimonio nel 1896, dopo un lungo processo di divorzio.
Il loro figlio, Pavel Karageorgievich, divenne in seguito reggente della Jugoslavia, ma fu separato dalla madre dalla casa reale serba ed è cresciuto a Ginevra.
Da una relazione extraconiugale in questi anni, Aurora ha avuto due gemelli, ma anche la loro vita è stata piuttosto tragica, come quella del suo primo figlio. Anche loro hanno dovuto crescere senza una madre.
Il pronipote, Alexandre Tissot Demidoff, ha ammesso di essere stato toccato fino alle lacrime leggendo la lettera di quel periodo che la bisnonna inviò a suo fratello: tutti questi eventi tragici divennero fonte incredibilmente di dolore e una difficoltà per lei a vivere.
Aurora Pavlovna concluse un secondo matrimonio, questa volta per amore, in Italia, a Genova, il 4 novembre 1897. Suo marito era il conte palatino Niccolò Giovanni Maria di Noghera. Da questo matrimonio la coppia ebbe quattro figli: Alberto (1896-1971), Elena Aurora di Noghera (22 maggio 1898 – 12 ottobre 1967), Giovanni (1900) e Amedeo Alberto (1902).
Alla fine, nel momento quando sembrava che sia Aurora che suo marito trovassero la tanto attesa felicità familiare, all’età di soli 31 anni, nel 1904, dopo una vita breve e fortemente travagliata da eventi, per lo più imposti dalla famiglia, Aurora Pavlovna muore improvvisamente a causa dell’infezione, causata da una ferita apparentemente innocua dalle spine di un cespuglio di rose nella loro tenuta.
Attualmente il Cimitero Monumentale di Milano custodisce la modesta tomba dell’erede di una dei più importanti e famose famiglie russe. Aurora Pavlovna Demidoff-San Donato è sepolta lì insieme al figlio Alberto Noghera.
Siamo molto grati ai pronipoti della Principessa, Alexandre Tissot Demidoff, conte Luigi Noghera e alla sua moglie Sonia per l’opportunità e il desiderio di condividere con noi questa storia della loro famiglia e fare si che la memoria della Principessa Aurora non venga dimenticata da tutti noi, e dai familiari, in questo giorno e con questa cerimonia che speriamo di ripetere anche in futuro.
Ringraziamo ancora una volta lo storico Mikhail Talalay, e ci auguriamo che l’incontro di oggi diventi prodromico di tutta una serie di incontri presso la nostra parrocchia di Milano, dedicati alle dinastie dei nostri famosi connazionali vissuti e sepolti in Italia, con cerimonie religiose nel ricordo sia storico che affettivo.
Ieromonaco p.Silvano